Come scegliere l’affettatrice

 

I salumi sono il peccato di gola un po’ per tutti. Gli italiani amano gli affettati, soprattutto se il loro spessore è ad hoc per accompagnare i gustosi panini a merenda. Ovviamente, per ottenere il taglio perfetto occorre un’apparecchiatura altrettanto perfetta, ovvero l'affettatrice.

 

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In commercio sono disponibili tanti modelli, ognuno dei quali ha una sua caratteristica particolare. A seconda che l’affettatrice sia professionale od economica, si possono raggiungere obiettivi e risultati differenti. Ecco quali sono i fattori che incidono sulla scelga del modello giusto.

 

 

Il budget e il relativo prezzo

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Quando si effettua un acquisto, il primo fattore di cui tenere presente è il budget. Le affettatrici hanno una serie di funzionalità e di optional, soprattutto quelle professionali. Ecco perché più si sceglie un modello articolato e più rischiamo di inciampare in un prezzo molto alto.

I prodotti di fascia bassa, ad esempio, sono di dimensioni più ridotte, con una lama dal diametro non superiore ai 20 centimetri. Di solito non presentano nemmeno piedini di gomma abbastanza grandi, il che comporta una poca stabilità dell’apparecchio. Certo è, che se l’uso da fare dovesse essere domestico e non professionale, sarebbe anche possibile virare su di un modello con funzionalità base. Consideriamo comunque che con un modello non professionale, alcuni alimenti potrebbero non essere idonei al taglio, come pane, frutta, verdura e salumi impegnativi.

Viceversa i modelli di fascia media sono una via di mezzo tra o modelli economici e quelli professionali. Pur essendo di dimensioni ridotte, offrono una resistenza e una sicurezza maggiori. Tuttavia si tratta di apparecchi, che per il loro rapporto qualità prezzo, montano alcuni parti in plastica, il che non consente un uso eccellente della lama.

Le affettatrici professionali sono quelle più dispendiose ovviamente, ma non c’è paragone che regga. Sono quasi tutte in metallo, sono ingombranti, pesano di più, e la lama ha la capacità di tagliare praticamente tutto.

La prima affettatrice fu inventata alla fine dell'800 grazie ad un macellaio appassionato di meccanica, Wilhelmus Adrianus van Berkel (puoi approfondire su artigianidelrestauro.com). Egli cercava di bypassare il taglio manuale con coltello della carne per mezzo di uno strumento apposito e dopo vari tentativi realizzò la prima affettatrice a volano che sin da subito riscontrò un successo mondiale.

 

Il fattore potenza

Cosa ci attira maggiormente di un’affettatrice? Sicuramente la potenza della lama e dell’apparecchio nel suo insieme. Tuttavia il concetto non si ricollega al wattaggio, perché alcuni modelli in commercio con lo stesso numero di Watt, in vero hanno una potenza differente.

Indubbiamente comunque, sarebbe bene optare per un modello con oltre 100 W, altrimenti si rischia di avere difficoltà nel taglio, e di dovere imprimere una maggiore pressione per ottenere una fetta precisa.

Potenza comunque vuol dire anche capacità di funzionamento ad oltranza, nel senso che una buona affettatrice deve poter resistere accesa per più di cinque minuti, senza avere bisogno di riposarsi. Anche questo incide sul riposo.

 

 

Modelli in commercio: meglio quelli verticale o a gravità?

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Abbiamo già anticipato che se ci si reca in un negozio, avremo davanti l’imbarazzo della scelta in fatto di modelli. Tuttavia sui generis, la famiglia delle affettatrici si divide in due grandi gruppi: affettatrici verticali e affettatrici a gravità.

Per quanto concerne il primo gruppo, la loro particolarità risiede nel fatto che la lama è perfettamente perpendicolare al piano di appoggio. Si tratta di modelli convenienti perché hanno un ingombro ridotto, anche se bisogna avere un’ottima manualità (questo in quanto il prodotto da affettare va mantenuto vicino alla lama per ottenere la fetta perfetta).

Al contrario, in caso di affettatrice professionale a gravità, avremo a che fare con una lama situata in una posizione inclinata rispetto al piano di appoggio. In tal modo il prodotto potrebbe anche scorrere da solo lungo la lama per entrare in contatto con essa.

I modelli a gravita risultano molto più pratici nell’utilizzo, anche se in media sono più ingombranti dei modelli verticali. Pertanto, in base alla priopria esigenza e allo spazio a disposizione, potrebbe convenire l’una in sfavore e dell’altra e viceversa.

 

Il discorso della sicurezza

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Avere a che fare con una lama significa correre dei pericoli. Per questo, nella scelta del modello perfetto, bisogna scegliere quello dotato di un sistema di sicurezza efficiente. Si tratta di un valore aggiunto molto importante che non dovrebbe mai mancare per mantenere salva la propria pelle, al di là di quello che potrebbe essere il prezzo di riferimento.

Il sistema di sicurezza deve dislocarsi su vari punti dell’affettatrice. In primis occorre un dispositivo di sicurezza sul tasto di accensione: si tratta di una sorta di tasto di blocco che eviti l’accensione casuale (soprattutto se ad esempio abbiamo bambini che gironzolano per casa e sono incuriositi da tutto).

Un altro punto dovrebbe essere il salva dita, che permette di tenere le mani lontane o ad una determinata distanza dalla lama: anche se abbiamo praticità e maneggiamo bene l’affettatrice, avere a che fare con una lama è comunque un rischio.

Infine in commercio troviamo facilmente modelli che montano un salva lama, utile per fare in modo che la lama non sia danneggiata dall’esterno (si tratta di un optional molto raro e che incide ovviamente sul prezzo).

 

 

Quali materiali si addicono bene ad una affettatrice?

Poc’anzi abbiamo fatto una distinzione di fascia di prezzo, indicando anche i materiali di cui l’affettatrice si compone.

In generale sarebbe di fondamentale importanza avere a che fare con un apparecchio costruito in alluminio anodizzato. Viceversa, le varie componenti dell’affettatrice dovrebbero essere in acciaio, così da garantire non solo una buona qualità dello strumento, ma anche ottima resistenza. Senza contare che in questo modo, l’apparecchio avrà una durata più lunga e presenterà una minore usura sul piano estetico.

 

Il taglio e il suo spessore: quali le caratteristiche

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L’aspetto clou di questa tipologia di apparecchio è sicuramente dato dal taglio. A seconda delle esigenze che abbiamo, e in base al prodotto che intendiamo affettare, avremo bisogno di uno spessore piuttosto che di un altro.

Per questo motivo, per avere una buona affettatrice, bisogna che essa presenti la manopola regolatrice per il taglio, con spessori che oscillano tra 0 e 15 mm. In questo modo si potranno tagliare gli alimenti a proprio piacimento, ottenendo anche fette e/o pezzi discretamente omogenei.

Per fare sì che lo spessore di taglio sia regolare è importante che il ripiano dove si ancora la lama sia in metallo (non in plastica) per permettere una gestione manuale molto più ferma.

 

 

La pulizia

Un ultimo fattore da considerare circa le affettatrici (in particolare quelle di categoria superiore) è il tipo di rivestimento. Il riferimento non va solo alla resistenza, ma anche alla capacita di poter pulire l’apparecchio senza troppi nei. Questo aspetto, come altri, cambia in base alla fascia di appartenenza del modello. Quelle professionali infatti presentano un basamento in alluminio laccato con vernici alimentari, che permette una pulizia più approfondita rispetto al basamento in plastica.