Liquore al tartufo, le ricette: amaro, grappa, birra
Ci sono un po’ di aziende a livello nazionale che hanno deciso di arricchire i propri listini con il liquore al tartufo, bianco o nero, grappa o amaro che sia, e noi ne faremo una carrellata, senza però trascurare che si tratta di ricette con le quali ci si può cimentare anche a casa, e vedremo come…
L’offerta del mercato in tema di liquore al tartufo
Sugli scaffali dei negozi o nelle pagine degli shop online è possibile acquistare liquori al tartufo, primo fra tutti amari.
Liquore Vallenera con il Tartufo Nero di Norcia
Liquore Vallenera, prodotto col Tartufo Nero di Norcia, ottenuto miscelando i toni aromatici delle erbe con il gusto intenso e inconfondibile del prezioso fungo, tipico del territorio di Norcia e della valle del Nera.
Un prodotto che si caratterizza per sentori e sapori freschi e intensi, senza che la nota di tartufo divenga mai invadente, ma preservi delicatezza e gradevolezza, per un colore scuro e intenso, e una gradazione di 28°.
Amaro al tartufo
Amaro al tartufo ottenuto per mezzo dell’infusione del tartufo in un amaro a base di erbe aromatiche, seguendo un’antica ricetta.
Il suo gusto equilibrato e corposo risulta gradevole all’olfatto e amabile al palato, e per apprezzarlo al meglio è consigliabile servirlo a temperatura ambiente come digestivo dopo un pasto o dopo il caffè, oppure freddo con un dolce o dessert a metà pomeriggio per apprezzarne ancora di più il retrogusto tartufato.
Birra al tartufo
Birra al Tartufo, ottenuta miscelando acqua, malto d’orzo, luppolo, lievito, aroma, ideale per gli aperitivi, e disponibile nei formati da 33 e 50 CL; di una Sambuca al Tartufo, sempre nei formati da 20 e 70, composta da alcol, zucchero, distillato di sambuca, infuso di tartufo nero estivo (Tuber Aestivum) 0.5%, Aromi, scaglie di tartufo nero estivo (tuber aestivum), con un volume del 42%; e per una grappa al tartufo nero che si ricava addizionando alla grappa, infuso di tartufo nero estivo (Tuber Aestivum) allo 0.5%, aromi, scaglie di tartufo nero.
Grappa al tartufo bianco
Molto particolare e di pregio è la grappa al tartufo bianco, liquore ottenuto grazie all'infusione del pregiato prodotto nel distillato delle migliori vinacce. La grappa va servita ad una temperatura che non si discosti molto dagli 8 ai 10 gradi o come digestivo o anche servita insieme a del cioccolato fondente, magari il tutto accompagnato da salumi saporiti e soprattutto grassi.
Ricetta del liquore al tartufo nero di Bagnoli
La nascita del liquore al tartufo nero pare risalga ad almeno trent’anni fa, quando fu inventato a Bagnolo Irpino, divenendo da allora un prodotto tipico di tutta l’area dell’Alta Valle del fiume Calore, in provincia di Avellino.
Viene definito con l’espressione dialettale “liquore ‘r tartufu” e viene preparato lasciando macerare i tartufi neri in alcool puro a 90 gradi per circa un mese aggiungendovi, in seguito, una soluzione zuccherina.
Il risultato è una bevanda marrone chiaro, dal sapore forte e aromatico, e dal volume di 38-40 gradi, quindi da bere con molta moderazione a stomaco pieno!
E quindi nessuno vieta che ci si possa preparare da soli un buon liquore al tartufo; basterà disporre di:
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500 g. di tartufo nero di Bagnoli o altre specie di tartufo nero a seconda della regione in cui ci troviamo (ottimo anche il tartufo nero pregiato invernale);
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1 litro di alcool;
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600 ml di acqua;
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400 g di zucchero.
Il tartufo deve essere spazzolato sotto un leggero spruzzo d’acqua, affettato e riposto in un barattolo di vetro colmo di alcool per 40 giorni. Trattandosi di un tartufo nero la sua gleba (la parte esterna del tartufo) è molto ruvida con diverse crepe e quindi a seconda delle dimensioni del tartufo potrebbe essere necessario utilizzare uno spazzolino piuttosto ruvido per rimuovere bene eventuali residui di terra.
Dopo questo passaggio, si preparerà lo sciroppo mettendo sul fuoco acqua e zucchero, e una volta freddo lo si aggiungerà all’alcool filtrato.
Il composto dovrà essere chiuso e be sigillato in bottiglie e fatto riposare per almeno tre mesi, dopodiché sarà nuovamente filtrarlo e riposto in bottiglie pulite, pronto per essere sorseggiato.
Il tartufo in cucina e le sue proprietà, prezzi, effetti collaterali e controindicazioni
Se non ci accontentiamo dell' “ammazza caffè” al gusto di tartufo possiamo sempre pensare a una cena completa passando dagli antipasti a un bel primo come i classici tagliolini al tartufo, un secondo che potrebbe essere la carne cruda al tartufo fino ad arrivare ai dolci.
Sia il tartufo bianco che il tartufo nero vengono utilizzati in cucina in diverse regioni d'Italia e ormai esportati in tutto il mondo e sono molto apprezzati per le loro numerose proprietà e benefici.
Vediamo alcune principali:
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è un afrodisiaco! Ebbene si sembra proprio che i tartufi abbiano un grande potere afrodisiaco, alla pari di ostriche e il peperoncino;
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ha proprietà mineralizzanti;
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facilità la digestione;
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esistono creme al tartufo che hanno un gran potere di riparare danni alla pelle causati dall'acne ma si tratta prodotti realizzati con tartufo bianco e quindi per pochi prediletti.
E' anche però importante ricordare che il tartufo è un fungo e come tale va utilizzato con moderazione per evitare effetti collaterali e problemi al fegato e allo stomaco.
Il tartufo che viene più utilizzato in cucina e che si trova con maggiore frequenza nei banchi del supermercato è il tartufo nero estivo (tuber aestivum), ha un costo notevolmente più basso rispetto al pregiato tartufo bianco e si mantiene meglio quando viene cotto e conservato in barattoli.
Il costo del tartufo nero si aggira, a seconda del periodo di raccolta e delle quantità disponibili, intorno ai 250 euro al chilo a differenza dell'oro bianco (cosi chiamato appunto per essere uno dei cibi piu cari al mondo) il cui prezzo può arrivare anche a 700 euro l'etto come nella stagione 2016 in cui la forte siccità ha reso molto scarsa la produzione.
Putroppo come un po in tutti i settori, quando girano tanti soldi le truffe sono dietro l'angolo e spesso si leggono articoli on line che parlano di tartufi provenienti da Romania, Albania, Slovenia e Iran. Si tratta di tartufi neri che vengono coltivati e di bassissima qualità e non assolutamente degli ottimi tartufi italiani conosciuti e famosi in tutto il mondo, a tal proposito il consiglio è sempre di acquistare tartufi da aziende serie e professionali e non da annunci verosimili che si trovano sempre più frequentemente su internet.