Storia dell'alimentazione: Evoluzione dalla preistoria ad oggi

 

Le abitudini alimentari che abbiamo oggi sono nettamente differenti da quelle che si avevano agli albori dell'umanità. Oggi mangiamo non solo per nutrirci, ma anche per deliziare il palato fine, per il gusto di farlo, per il piacere di stare in compagnia con amici e parenti.

 

Un tempo invece il cibo, buono o brutto che fosse, era considerato solo una fonte di sostentamento e di nutrimento per affrontare l’inverno, gli spostamenti o le attività brade dell’epoca come caccia e pesca.

In questo articolo andremo a fare un viaggio a ritroso nel tempo e nei secoli focalizzandoci sulla dieta e sulle abitudini alimentari degli uomini di quei tempi ormai passati.

 

 

L’alimentazione in epoca preistorica

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Non sono pochi gli studi concentratisi sulle abitudini alimentari dell’uomo migliaia di anni fa. Se oggi però concludiamo dicendo di essere una specie onnivora, gli storici concordano che in epoca preistorica, i "primi uomini" si cibassero soprattutto di carne.

Dal paleolitico fino ai primi anni del neolitico, gli uomini, da nomadi sperimentatori quali erano, si spostavano di continuo ed erano dediti ad attività come la caccia: avevano intuito che cibarsi di selvaggina fosse per loro una salvezza in termini energetici (e infatti quel tipo di carne era per loro un concentrato proteico e lipidico).

Accompagnavano la carne alle bacche, o più in generale ai frutti selvatici, nonché alle radici, in quanto fonte di fibre.

In casi di estremo bisogno o di situazioni in cui non fosse possibile cacciare, i primitivi ingerivano vegetali come foglie e germogli trovati qui e li. In situazioni d’emergenza anche semi selvatici.

Non dimentichiamo comunque che prima di giungere alla capacità intellettiva di cacciare, gli uomini mangiavano altri tipi di carne, come insetti (cavallette e formiche) termiti nonché piccoli mammiferi.

Solo col tempo, con lo sviluppo della mente, e con la maturazione del raziocinio, reduci anche dalla scoperta del fuoco, i nostri antenati impararono l’arte della caccia, della pesca, e si preparano al futuro dell’allevamento. Allevamento non solo inteso come pastorizia o comunque crescita del bestiame, ma anche come coltura e capacità di estrarre vegetali commestibili dal terreno.

 

Il fuoco e l’evoluzione alimentare

Ecco quindi che con la scoperta del fuoco, la vita dell’uomo cambia in maniera radicale. Non solo riuscivano a gestire con più contezza le ore della notte, difendendosi da attacchi di predatori, ma anche il nutrimento si evolve.

Cuocendo ciò che cacciavano, i primitivi intuiscono che il cibo fosse più facile da reperire, sprecavano meno energia nelle loro attività. Inoltre anche in termini salutari, la cottura della selvaggina permetteva di uccidere i parassiti e i batteri che avvelenano gli alimenti.

 

 

Le prime civiltà: egiziani e babilonesi

Se le abitudini degli uomini del neolitico resero migliore la loro vita, anche la nascita delle prime civiltà fu fonte di innovazione per le abitudini alimentari e nutritive della specie umana.

Si pensi agli egiziani, che perfezionarono la tecnica della pesca e basavano così la propria alimentazione sul pesce piuttosto che sulla carne.

O ancora i babilonesi che invece cominciarono a bollire i primi ortaggi come cipolla, porri e aglio.

Dalla scoperta dell’agricoltura nel Neolitico fino alle nuove civiltà, in particolare in Egitto, si prediligeva il consumo di cereali, di frutta e di prodotti dell’orto. Si preparava il pane con farina di frumento, o di orzo. Non si dissetavano solo con l’acqua, ma c’era vino e birra senza bollicine.

 

Alimentazione nella civiltà greca e romana

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Con il passare del tempo le abitudini crescono e si evolvono. Giungiamo quindi all’epoca dei greci, in cui nasce la concezione del pranzo come banchetto intorno al tavolo, e si consumano prodotti nuovi come olive, pesce fritto o formaggio e pane.

Secondo alcuni studi fu la civiltà ellenistica ad inventarsi ben 72 tipi di pane, tra cui il cosiddetto Daraton preparato senza lievito.

La carne era divenuta un privilegio, un lusso consumato solo dai nobili, i quali prediligevano la carne di maiale. Di contro, le persone povere si cibavano dei prodotti della terra o comunque di tutto ciò che aveva un basso costo di produzione.

Sulla falsariga dei Greci, anche i Romani concepiscono il banchetto come una ricchezza, un’occasione di grandi abbuffate. Mangiavano ogni tipo di carne tra cui quella di asino, cinghiale, ghiro e pavone.

Preparavano salse e condimenti a base di miele, datteri, pepe e aceto: tutto doveva avere un sapore agrodolce. Famosa era una salsa per condimento creata con le interiora di pesce, il garum, con un gusto molto forte.

In epoca romana i banchetti venivano innaffiati sempre con il vino, spesso annacquato per renderlo più leggero. Per i nobili patrizi, il pranzo durava dal pomeriggio a notte fonda. Si organizzavano deste sfarzose in cui gli ospiti assistevano a spettacoli di danze e canti.

 

Le abitudini alimentari dei barbari fino all'epoca medievale

Quando "avanzano" con impeto nella storia le civiltà barbare, si evolve nuovamente il concetto di alimentazione. Unni, vichinghi, visigoti, portano in tavola nuove salse e nuove spezie, come zenzero e noce moscata, bevande sconosciute come il sidro.

Trattandosi di popoli che vivevano più “alla vecchia maniera" rispetto alle evolute civiltà nostrane, i barbari si cibavano ancora di selvaggina, cotta prettamente allo spiedo e accompagnata con vino molto forte. Le famiglie più povere invece si cibavano di verdure, frutta e uova sode.

L’alimentazione nel Medioevo invece, dove erano più le famiglie meno abbienti rispetto a quelle nobili, si concentrava su cereali, segale, orzo, frumento e miglio. Per la carne, il maiale era considerato un prodotto animale pregiato, tant’è che il mestiere del porcaro era molto redditizio.

 

 

I secoli a seguire: l’alimentazione dal '400 al '600

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Fu con la scoperta dell'America che l’alimentazione in Occidente diventa più variegata, grazie all’arrivo di nuovi prodotti. I colonizzatori portarono il mais, ereditato dagli usi culinari dei Maya, o ancora il cacao, derivante dalla cultura messicana. Senza contare il pomodoro (utilizzato all'inizio come pianta ornamentale in Spagna) e di altri cibi come cereali, fagioli, chili, peperoni, peperoncino (chiamato dagli spagnoli fuoco vegetale), patate di ogni specie e in particolare le patate dolci. O ancora arachidi, fichi d’india, zucche, e frutti come ananas, avocado e papaia.

Alla corte francese intanto aumenta lo sfarzo e gli chef inventano nuove ricette condite con salse particolari come la besciamella o la maionese. Il pranzo si conclude sempre con tè o cioccolata. In Italia il pezzo forte di fine banchetto era invece lo zabaione.

L’epoca barocca fu incredibile per la fantasia di cuochi e chef, i quali imparano ad usare nuove erbe aromatiche e a perfezionare le pietanze in ogni dettaglio.

La carne non viene più cotta solo allo spiedo o alla griglia, ma anche con il vino (creando così ragù e gelatina) e la tengono in cottura anche per ore intere finché non si staccava dall’osso. Il tutto veniva condito con olio, burro o grasso di maiale. Si cucina per deliziare le papille gustative, per rendere omaggio al piacere del palato.

 

L'alimentazione nel '700 e '800: Illuminismo e Romanticismo

Con l’avvento del movimento illuminista, che promuove i "lumi della ragione", la considerazione del cibo cambia e nasce una sorta di scienza del mangiar bene. Viene così fondata la cucina del ceto medio, meno raffinata e fatta di abbuffate di carne.

Tutti impazziscono per il caffè e per i cibi afrodisiaci. Ad esempio in Italia, nascono nuove tradizioni: dalla produzione di liquori in Toscana alla produzione dei gelati a Napoli. Hanno successo anche sciroppi, cedrate e limonate.

Intanto nella prima metà dell’Ottocento nasce l’industria per la refrigerazione. Viene creata la margarina, cambia la produzione del burro e approda in commercio anche lo yogurt. Le industrie sperimentano processi di lavorazione delle materie prime, portando in tavola ricette fino ad ora mai concepite.

Il tutto anche grazie alla teoria di Pasteur sulla fermentazione, che consente il miglioramento della qualità dei vini e dei formaggi. Si diffonde l’abitudine del pranzo come occasione di riunione e di festa delle famiglie in tutte le classi sociali.

 

 

Alimentazione in epoca moderna

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Arriviamo finalmente alla nostra epoca. Il secolo scorso ha visto la nascita di quella che è stata soprannominata la Nouvelle Cuisine, una cucina vintage, per mano di un gruppo di chef francesi i quali hanno dato sfoggio alla loro creatività e inventiva per preparare nuove pietanze fatte di piccole quantità. Le preparazioni raffinate restano un'esclusiva di pochi luoghi scelti e con un costo più alto.

Oggi dopo aver sperimentato di tutto e di più, dopo la rivoluzione dei Fast Food, e delle grandi abbuffate, stiamo riscoprendo il piacere di piatti delicati, semplici e raffinati. Approfittiamo delle occasioni speciali, come Pasqua e Natale per banchettare con le persone che amiamo, ritrovando il gusto del buon cibo.

La riscoperta della dieta mediterranea è stata poi l’ultima novità di questo anni. Grazie ad essa viene promosso da un lato l’amore per il gusto dall’altro l’attenzione per la salute e le combinazioni alimentari sono perfette per condurre una vita fatta di piacere e di benessere.