Prodotti vegetali: In Italia un mercato in continua crescita
Il mercato dei prodotti vegetariani e vegani continua a crescere in Italia (e, come vedremo tra poco, anche in Europa).
L’aspetto interessante riguarda il fatto che, quando lo si chiama in causa, si devono inquadrare non solo gli ottimi numeri del comparto alimentare, che offre soluzioni a base vegetale per ogni pasto, dal dado senza glutammato, sempre più richiesto da parte di chi vuole portare in tavola primi piatti della tradizioni saporiti e salubre e valorizzare le filiere locali, ma anche le performance interessanti di comparti come il fashion e la cosmetica.
Se si guarda ai consumi generali degli italiani, è bene ricordare che, nel 2023, quelli di prodotti a base vegetale sono cresciuti del 2,8% per quanto riguarda le vendite presso la grande distribuzione.
Se, invece, si guarda ai numeri della ristorazione, si può parlare sempre di un incremento più che interessante.
Un mercato con un giro d’affari superiore ai 600 milioni di euro
Su scala europea, è la Germania a svolgere la parte della leonessa, con un mercato dei prodotti a base vegetale caratterizzato da un giro d’affari superiore ai 2 miliardi di euro.
Come stanno le cose in Italia? Analizzando i dati del 2023, si può parlare di un fatturato di 680 milioni e oltre, con una crescita del 9% rispetto ai 12 mesi precedenti.
Ottimi, con crescite annuali che superano il 50%, anche le performance di Paesi come la Polonia e la Romania, che si sono distinti soprattutto per la crescita dei consumi di prodotti vegani, a dimostrazione di quanto questo regime alimentare, per ragioni etiche, economiche e di sostenibilità, si stia diffondendo sempre di più.
I vegetariani sono sempre di più
Per ovvi motivi, è il food il comparto dove si vede maggiormente la crescita dei consumi di prodotti a base vegetale. Per capire bene come mai, l’esempio dell’Italia, con i dati Eurispes, è particolarmente utile da chiamare in causa.
La buona notizia è che si tratta di numeri recenti, resi pubblici a maggio dello scorso anno.
Secondo le suddette rilevazioni, l’85% circa della popolazione adulta del nostro Paese segue una dieta di tipo onnivoro. Il 9,5% del totale del campione rappresentativo preso in considerazione, invece, si definisce vegetariano o vegano.
Questi dati arrivano dopo un calo rilevante del numero di vegetariani nel 2021. Dopo questa perdita di quota, il loro numero è tornato a crescere, segnando un +3%.
Il dato davvero interessante? Il numero mai stato così alto nel corso degli ultimi dieci anni.
Per quanto riguarda, invece, i numeri dei vegani, ricordiamo che, a maggio 2024, la loro percentuale è risultata pari al 2,5% del campione, rappresentativo della popolazione italiana, preso in esame nel corso dell’indagine Eurispes.
Un numero inferiore rispetto a quello dei vegetariani, questo è certo, ma comunque degno di nota. Ricordiamo, infatti che, in Italia, sono più o meno quadruplicati dal 2014.
Una consapevolezza ambientale sempre più radicata
La crescita del consumo dei prodotti vegani e vegetariani, così come di quelli plantbased, è frutto, in Italia e non solo, di un’aumentata consapevolezza dell’impatto che hanno, sull’ambiente, le nostre scelte di ogni giorno, a partire da quelle alimentari.
Degno di nota in questo ambito è il mercato della carne a base vegetale, in continua crescita e caratterizzato da player che, dopo anni di business diviso fra prodotti animali e prodotti di origine vegetale, stanno definitivamente scegliendo di concentrarsi sui secondi.
In risposta al delinearsi di questo scenario, sempre più aziende si stanno impegnando per ottenere certificazioni di spicco, che denotano l’alto livello di qualità del prodotto e l’attenzione a ogni dettaglio della filiera.
Il potere del packaging
Sappiamo ormai molto bene che, quando si parla di prodotto, l’esperienza comprende anche il packaging, che deve rispondere alle già menzionate logiche di attenzione all’utilizzo di materie prime di origine vegetale.
Nel 2025, stiamo vedendo sempre più aziende ricorrere a packaging privi di ingredienti di origine animale.
Entrando nel vivo dei materiali impiegati, ricordiamo la plastica biodegradabile realizzata con componenti a base vegetale, così come tutto l’universo degli imballaggi edibili.
Forte è anche l’impegno per la realizzazione di packaging che si possano riutilizzare, nell’ottica di un’implementazione efficace dell’economia circolare.
I prodotti a km 0 sono i nuovi superfood
L’aumento dei consumi di alimenti di origine vegetale ha portato a un cambio di paradigma per quanto riguarda il concetto di superfood, alimenti funzionali ricchi di benefici sui quali la scienza si sta concentrando molto negli ultimi tempi.
Oltre alle proprietà nutrizionali, contribuisce a definirli tale anche il fatto di essere parte di filiere che operano a km 0. Parlare di questo tema vuol dire aprire un capitolo che comprende numerose alternative.
Giusto per citarne alcune ricordiamo la canapa, pianta nota per la sua sostenibilità, che passa dall’essere un’alleata contro il consumo di suolo al richiedere, per crescere, una bassa quantità di risorse, ma anche legumi come la cicerchia.
Concentrarsi sulla valorizzazione delle colture a filiera corta sta permettendo alle aziende di ridurre la propria impronta di carbonio, ma anche di essere parte attiva nelle promozione della biodiversità.
Con questo approccio, si delinea un quadro che vede un numero sempre più alto di alternative ai superfood di provenienza esotica, fino a poco tempo fa l’unica opzione disponibile quando si parlava di alimenti particolarmente ricchi di benefici e di nutrienti preziosi.
La scelta di mangiare vegano e vegetariano si conferma quindi come un fattore in grado di portare cambiamento positivo a livello ambientale.
Il 2025 sarà, secondo gli esperti, un anno in cui si potrà assistere a un consolidamento di questa tendenza, con una vera e propria sinergia fra etica e scienza.
La ricerca del benessere individuale sarà sempre più considerata un tassello fondamentale per la salvaguardia della natura, che passa anche dalla scelta, da parte di marchi del food storici e definibili come mainstream, di dare il via a linee produttive con ingredienti a base vegetale.
Il futuro è più che promettente e non resta che cavalcarlo con consapevolezza, scegliendo aziende che puntano alla massima trasparenza della filiera e non avendo timore, in caso di dubbi, di fare domande sulle caratteristiche o la provenienza di un determinato ingrediente.